Quando e come si pagano le tasse sull’affitto? In questo articolo spiegheremo come fare a pagare le tasse di una casa o di un appartamento messi in affitto, evitando errori che potrebbero costare sanzioni che non sono certo piacevoli.
Ricordiamo che il canone di affitto versato periodicamente dagli inquilini, è una fonte di reddito per il proprietario dell’immobile. Per tale motivo va dichiarato ai fini IRPEF nella dichiarazione dei redditi, che ogni anno si fa tramite la compilazione del modello 730 o del modello Unico. In quanto reddito, il canone d’affitto viene tassato in base allo scaglione di riferimento nel quale si rientra, calcolato sulla somma di tutti i redditi che vengono percepiti. In pratica le tasse affitto si pagano tramite la tassazione ordinaria, che viene applicata di norma a chiunque fa la dichiarazione dei redditi in queste modalità. Il pagamento di tale somma, viene compensato come per gli altri redditi, tramite busta paga, o pensione, nei mesi predisposti al recupero del credito/debito calcolato nella dichiarazione dei redditi.
Per pagare invece le tasse affitto senza andare ad incidere sull’aumento del proprio reddito complessivo, è possibile dichiarare, durate la stipula del contratto d’affitto, di avvalersi del pagamento delle tasse tramite la cedolare secca. Grazie al pagamento a cedolare secca, le tasse di affitto verranno anch'esse pagate direttamente in busta paga o tramite il versamento degli F24. Le tasse verranno saldate quando arriva il momento del recupero fiscale a debito o a credito; nel caso invece del modulo F24, verrà versato in una o più soluzioni nei mesi di giugno e novembre.
Nei prossimi paragrafi ti spiegheremo nello specifico le due possibili soluzioni per pagare le tasse affitto, ma soprattutto su come e quando è necessario farlo.
Se si sceglie il pagamento a regime ordinario, le tasse dell’affitto da pagare verranno conteggiate con il resto dei redditi, e sarà tramite la dichiarazione dei redditi stessa che verranno pagate le tasse dovute per le quote affitto ricevute. Di conseguenza, se si affitta casa nel 2022, le tasse dell’affitto andranno pagate entro il 30 giugno 2023, quindi nell’anno successivo rispetto ai canoni ricevuti.
La variabile per questa tipologia di pagamento a tassazione ordinaria, la fa l’ammontare complessivo dei propri redditi, in quanto la percentuale di trattenute irpef aumentano all’aumentare degli stessi. Come abbiamo visto, tutti i canoni ricevuti verranno conteggiati insieme al resto del reddito e questo potrebbe far superare lo scaglione nel quale si rientra abitualmente.
Ecco l’elenco dei cinque scaglioni di reddito con rispettive aliquote irpef:
È facile capire come un canone affitto ricevuto continuativamente per tutto il periodo dell’anno, potrebbe influire non poco sul reddito complessivo. Soprattutto se dovesse far superare la solita soglia, aumentando di conseguenza la percentuale di tassazione, che incide oltretutto complessivamente e non solo sul reddito ottenuto dal canone affitto.
Per questo motivo esiste un’altra modalità con la quale adempiere ai propri doveri, pagando cioè le tasse sull’affitto, ma che permette una gestione per certi aspetti più agevole e meno dispendiosa.
In questo paragrafo spiegheremo perché può essere invece un vantaggio versare le tasse affitto tramite il pagamento a cedolare secca. Questa modalità permette di non dover dichiarare i canoni affitto, evitando così che l’aliquota irpef aumenti esponenzialmente sul totale del reddito complessivo. Verranno indicati come redditi fondiari.
Per la modalità a cedolare secca, si applica una tassazione sostitutiva più bassa rispetto alla ordinaria pari al 21%, soprattutto su contratti a canone libero e su contratti brevi, della durata massima di 30 giorni. In casi di contratti di affitto particolari come a canone concordato o per affitti rivolti a studenti universitari, c’è un’agevolazione sull’aliquota che scende al 10%. Ogni tipologia di contratto presuppone dei requisiti, vincoli da verificare su durata e contesti abitativi. Di conseguenza è importante capire la situazione di proprio interesse.
Vediamo perciò quando e come si pagano le tasse affitto, tramite la cedolare secca:
Il modello F24 Edile, può essere pagato in un’unica soluzione, per importi inferiori ai 257,52 euro entro il 30 novembre dell’anno successivo ai canoni di affitto ricevuti. Per importi superiori i pagamenti vengono dilazionati e suddivisi con l’obbligo di pagare il primo 40% sul 95% delle tasse totali affitto, entro il 30 giugno dell’anno successivo; la seconda rata del 60% da pagare entro il 30 novembre e il saldo rimasto del 5% va regolato al 30 giugno del successivo anno ancora.
Il pagamento del cedolino F24 può essere effettuato andando in Banca, in Posta o presso gli Enti abilitati alla riscossione. La via telematica è altresì disponibile per chi ha conti correnti bancari o postali con accesso alle operazioni di home banking. È invece obbligatoria la modalità online per chi ha partita iva.
Le tasse da pagare per affitto non sono finite,ce ne sono altre ed ecco quando e come versarle per adempiere a questo ulteriore obbligo.
Tra le altre tasse da pagare, esiste l’imposta di registro e l’imposta di bollo.
L’imposta di registro si versa al momento della registrazione del contratto di affitto. Il proprietario dovrà pagarla al 50%, il restante dovrà essere saldato dall’inquilino della casa.
Alcune specifiche:
L’imposta di bollo invece si paga tramite un marca da bollo del valore di 16,00 euro per ogni 4 facciate del contratto di locazione, o su un minimo di 100 righe stipulate. Il versamento va fatto all’atto della registrazione del contratto di affitto.
Nel caso di regime a cedolare secca, le ulteriori tassazioni appena descritte, non vengono previste.
Questa panoramica sul quando e come pagare le tasse sull’affitto può essere utile per fare le dovute valutazioni e capire come meglio gestire i propri immobili.