Tra proprietario e inquilino, chi deve pagare la pulizia della canna fumaria? In questo articolo vedremo come funziona la ripartizione delle spese nel caso di un appartamento condominiale in affitto. Iniziamo con il ricordare che tutte le spese condominiali sono una responsabilità del proprietario dell’appartamento, anche se dato in locazione.
Infatti, nonostante ci sia un inquilino nei locali, l’amministrazione condominiale chiederà la quota parte di ogni spesa sostenuta per le zone comuni, come anche l’eventuale pagamento della pulizia della canna fumaria, solo al proprietario dell’immobile.
Ma, tramite gli accordi, stipulati con il contratto di locazione, il proprietario può avvalersi del diritto di chiedere al proprio inquilino di pagare le spese condominiali che gli devono essere riconosciute. Per mezzo dell’ordinanza della Corte di Cassazione, è possibile verificare quali sono le spese delle quali è obbligato a rispondere l’inquilino dell’appartamento locato.
Quindi, nel caso di pagamenti anticipati da parte del proprietario, spettanti però all’inquilino stesso, come può essere la quota da pagare per la pulizia della canna fumaria, è auspicabile vengano consegnate le documentazioni fiscali. Le quali dichiarino la spesa effettuata, per poter ricevere a propria volta il pagamento.
Ma vediamo, nello specifico, come funziona la divisione delle spese per questo tipo di intervento, soprattutto se la pulizia è dedicata a una canna fumaria condominiale o a un camino del singolo appartamento.
Se la canna fumaria è condominiale, è previsto che le spese da pagare per la pulizia, come anche l’installazione, la manutenzione e l’eventuale sostituzione, siano a carico di tutti i condòmini. Il calcolo della quota parte viene eseguito in base alle ripartizioni millesimali di proprietà o a seconda delle tabelle in uso per definire ogni tipologia di spesa condominiale.
In base alle norme legislative dedicate all’installazione dei camini condominiali, ci possono essere diverse tipologie di canne fumarie: quelle per l’impianto di riscaldamento centralizzato, con canali comunicanti che convogliano i fumi di più impianti; o canne fumarie per ogni singolo impianto del condominio, quindi per ogni appartamento. Questo significa che ci possono essere appartamenti per i quali è possibile gestire in autonomia la pulizia e la manutenzione dei camini e appartamenti condominiali per i quali ci si deve occupare in comunità con gli altri, delle spese da saldare o delle manutenzioni da effettuare.
Pertanto, le spese da pagare per la pulizia della canna fumaria condominiale sono soggette alle decisioni dell’assemblea di condominio. E, in base alle leggi vigenti nel 2022, i costi vengono divisi tra tutti i condòmini in base alle relative quote e come previsto dalla ripartizione delle spese condominiali.
Di fatto, il condòmino dell’appartamento in affitto è sempre e comunque il proprietario e non l’inquilino. Quindi, il locatore del contratto dovrà richiedere a sua volta al conduttore il costo della spesa sostenuta per mezzo della rata relativa alle spese condominiali, che è stata indicata sul contratto d’affitto. Nel caso le spese da pagare per la pulizia della canna fumaria siano un costo che va al di fuori delle spese condominiali stabilite, è necessario che il proprietario dimostri di aver effettuato l'intervento e di aver pagato la quota tramite un riscontro fiscale.
In generale, ci sono delle eccezioni che permettono ai condòmini di non dover pagare le spese dovute dalla pulizia delle canne fumarie condominiali: per esempio, le persone che non usano la canna fumaria e alle quali non serve averla, sono escluse dal pagamento delle spese comuni. Di conseguenza, se un proprietario ha un inquilino che non usa la canna fumaria, può dimostrare di non dover pagare nessuna quota parte delle spese sostenute dagli altri condòmini.
Se siamo di fronte, invece, alla pulizia della canna fumaria singola dell’appartamento in affitto, è chiaro che sia l’inquilino in autonomia a doversi occupare della manutenzione ordinaria e di tutto ciò che serve per salvaguardare ogni impianto presente. Queste regole sono sempre indicate nel contratto di locazione, in base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione e dalle leggi vigenti e rinnovate anche nel corso del 2022.
Quello che può fare, in questi casi, il proprietario dei locali è di verificare e ricordare la necessità periodica, prevista dalla legge, di provvedere alla manutenzione ordinaria, come la pulizia delle canne fumarie, a seconda del tipo di impianto di riscaldamento presente. Infatti l’ordinamento dello spazzacamino prevede tempi e regole diverse per la pulizia e il controllo di canne fumarie e camini:
Nei casi di un appartamento in affitto con canna fumaria privata, la cosa importante che deve fare il proprietario è quella di assicurarsi di aver fatto eseguire la normale manutenzione con la pulizia della canna fumaria, prima di locare l’immobile. Così, da quanto all’interno ci vivrà l’inquilino, sarà lui a doversi occupare dei successivi controlli e di pagare le spese di pulizia della canna fumaria in autonomia.
Può essere utile sapere che esistono delle detrazioni fiscali pari al 50%, da poter richiedere per gli interventi di questo tipo sulle canne fumarie. Sia in caso di camini comuni condominiali che privati e singoli. Ne possono disporre, se ne hanno i requisiti, sia i proprietari dell’immobile che gli inquilini.